La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato che riguardava il ddl Cirinnà sulle unioni civili, sollevato da alcuni senatori tra cui Giovanardi e Quagliariello. I parlamentari lamentavano il mancato rispetto delle normali procedure parlamentari nell’esame del ddl Cirinnà (oggi diventato Legge)) e avevano impugnato il provvedimento con cui il Vice Presidente della Commissione giustizia del Senato aveva disposto l’accorpamento di alcuni testi al ddl Cirinnà superando per altro l’esame della Commissione stessa. La Consulta, esaminato il ricorso, lo ha giudicato inammissibile poiché le modalità di svolgimento dei lavori parlamentari ed il rispetto delle procedure devono trovare all’interno delle stesse Camere gli strumenti intesi a garantirne le corrette applicazioni. Tutto ciò , inoltre, non inficia minimamente la legittimità della Legge approvata.
E’ bene ricordare che tale pronuncia non ha nulla a che vedere con il referendum abrogativo presentato nei giorni scorsi.