Ancora una condanna per l’Italia!

La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia a risarcire i “danni morali” provocati per aver rifiutato di rilasciare il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare ad un cittadino neozelandese che voleva vivere nel nostro paese col suo compagno italiano. In questo modo, per i giudici di Strasburgo, l’Italia ha violato il diritto della coppia a non essere discriminata in base all’orientamento sessuale. La sentenza prevede un risarcimento di 20.000 euro. Diventerà definitiva tra 3 mesi se le parti non ricorreranno in appello.

I fatti risalgono al 2003.

Il ragionamento che ha portato la Corte a sentenziare in tal senso  è stato quello di individuare una discriminazione dell’Italia nei confronti delle coppie gay per il fatto stesso di metterle sullo stesso piano di quelle eterosessuali, negando però tanto il diritto al matrimonio quanto quello del riconoscimento dello stato di convivenza.

Questa sentenza ci ricorda come l’Italia fosse in estremo ritardo rispetto agli altri paesi europei in materia di riconoscimento giuridico delle coppie same sex.

Oggi con la Legge 76/2016 (Unioni Civili) tali problematiche sono di fatto risolte, la normativa infatti prevede il ricongiungimento famigliare e l’annesso permesso di soggiorno.

Anche per questo motivo, auspichiamo che il primo dei decreti attuativi della Legge, previsto entro il 5 luglio, non subisca slittamenti o dilazioni di sorta.

Post Author: Redazione

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